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Casciello a Linee Contemporanee di Salerno

Si è aperta, presso LINEE CONTEMPORANEE/Arredamento e progettazioni di interni – di Salerno, la
mostra dell’artista Angelo Casciello, rientrante nel progetto giunto quest’anno alla XV edizione – “ 45
Ceramiche di 45 cm “ – di cui ogni piatto, del diametro di 45 cm, è autografato e unico.

Le ceramiche sono state realizzate e prodotte dalla Fornace Falcone di Montecorvino Rovella, dove da tempo è consuetudine ospitare artisti contemporanei, italiani e stranieri, che lì realizzano opere avvalendosi della storica Fornace, seguiti ed assistiti amorevolmente da Valerio Falcone, attivo sul fronte della promozione e diffusione dell’arte in Campania, con numerosi progetti, tra cui il Porto d’Arte/Acciaroli.

Ancora una volta Angelo Casciello dimostra l’estrema fertilità del suo immaginario, investendo l’impaginato bianco delle ceramiche con i suoi segni continui ed intensi, che non smentiscono mai, ma anzi confermano, la vitalità prorompente del suo serbatoio di segni e di alchimie provenienti dalla notte dei tempi.

Questi segni ma forse è meglio dire ampie stesure, hanno conosciuto l’acqua prima e il fuoco e le alte
temperature dopo, come dire – mors tua vita mea – la materia sopravvive sopra ogni incendio recuperando gli ultimi bagliori di vita.


Felice ed essenziale la nomenclatura gestuale che si imprime sui fondi, ed entro il perimetro del diametro, nulla può cercare altra vita se non dentro il recinto delle apparizioni.

E’ una magia di arcane pratiche richiamate in vita dallo sciamano, nell’intento di salvare il villaggio da
epidemie e sortilegi, così si attorcigliano sul fondo piatto e sui bordi viluppi gestuali che ora si inabissano nel bianco lattiginoso, ora si sciolgono con quegli ovali neri che diresti occhi che fendono il buio all’approssimarsi del giorno, e lì per sempre fermi ad inquietarci.

Ogni materia ha la sua voce, basta saperla ascoltare, annotava E. Chillida, così mettendo in atto questa verità e sostanza dei materiali e medium adoperati, Casciello risponde al richiamo delle pratiche esplorative che da sempre marcano proficuamente il suo lavoro, senza distinzione alcuna tra scultura, pittura, ceramica, e altri felici innesti procedurali, che ricadono sotto il suo cielo immaginativo definendolo artista di pregio.

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